lunedì 23 giugno 2014

Creatività: senza un piano, dove vai?



E’ opinione diffusa che la creatività stia agli antipodi rispetto all’idea di struttura o processo. Spesso si tende ad associare la creatività alla libertà. Liberta di..? Di pensiero, di azione, di organizzazione, di spazio… e spesso ciò che ha a che vedere con la strutturazione del processo creativo può apparire come restrittivo e limitante.
Eppure, stabilire un processo è di vitale importanza persino per l’espressione creativa. Il motivo principale? Il tempo.


Il tempo

Una risorsa democratica che bisognerebbe saper usare in maniera metodica e senza sperperi inutili. Il problema di base è che senza un’oculata organizzazione e gestione del tempo, la creatività può andar persa – o meglio – dispersa. Dunque, per evitare inutili dispersioni, la soluzione ideale è racchiusa in una sola parola: pianficare.

Pianificare fa rima con....

      1) Defizione di obiettivi chiari
            2) Definizione di percorsi per raggiungerli
      3) Misurazione degli obiettivi
Ciò che si sovrappone tra il primo e il terzo punto è proprio il processo creativo. Con un’organizzazione di questo tipo, inoltre, si tenderà ad evitare l’insorgere di possibili errori.
Obiezione possibile: troppa standardizzazione può disincentivare il processo creativo?
Occorre star lontani da questo pensiero. La standardizzazione dei processi serve solo ad evitare errori e la possibilità di fare e rifare con conseguenti perdite di tempo. Ad ogni modo, la standardizzazione dovrebbe riguardare solamente quelle parti di lavoro che, di norma, sono classificabili come ripetitive, senza ingabbiare la vena creativa.
In poche parole, strutturare il lavoro equivale a creare uno spazio temporale organizzato in cui la creatività possa fuoriuscire liberamente, essendo un elemento cruciale per chi lavora nell’ambito del marketing e della comunicazione.
Prossimamente mi piacerebbe approfondire un pò quelle che sono le tappe organizzative del “creative workflow"...

Alla prossima!

domenica 15 giugno 2014

Social media: psicologia della condivisione

Rieccomi! Dopo qualche tempo di assenza, per cause di forza maggiore, torno ad attivarmi sul mio blog. Ciò che oggi vorrei presentare riguarda un tema, incontrato nelle mie letture sul web, che mi ha colpito molto: la psicologia della condivisione sui social network. In particolare, vorrei proporvi un’infografica (by StatPro) che categorizza in sei differenti gruppi le persone in base alle modalità e agli obiettivi di condivisione.

In poche parole, ecco i sei tipi da condivisione (definiti con una terminologia da prendere con le pinze e con atteggiamento ironico):

1)    L’alternativo: preferisce un tipo di condivisione creative, giovane, originale. Più propenso all’uso dei social network che alla condivisione via e-mail;

2)    L’arrivista: si tratta di uomini d’affari in gamba che preferiscono condividere i loro contenuti su network professionali come Linkedin;

3)    L’altruista: è una persona molto riflessiva e affidabile che, però, preferisce condividere in genere via e-mail;

4)    Il selettivo: è una persona molto intraprendente, attenta e riflessiva, pronta a condividere contenuti informativi ed utili usando ogni mezzo a disposizione, dai social network alle e-mail;

5)    Il boomerang: tende generalmente a cercare approvazione sui social network. Utilizza soprattutto Facebook e Twitter e condivide contenuti per ottenere una reazione, un effetto;

6)    Il connettore: una tipologia creativa, che usa le condivisioni sui social network soprattutto per organizzare la sua vita offline.


Perché le persone condividono?

Altro elemento – a mio avviso - molto interessante dell’inforgrafica è l’analisi delle ragioni per cui le persone tendono a condividere contenuti sui social network:

94% creare valore ed intrattenere
84% promuovere cause
78% nutrire relazioni
69% autorealizzazione
68% definire un’identità

Sono sicuramente informazioni utili ai marketer per l’organizzazione delle campagne di social media marketing e per la scelta dei contenuti, senza tralasciare l’ottica della sperimentazione. Non dimentichiamo, in fondo, che le persone non sono variabili immutabili e facilmente prevedibili…
Ecco a voi l’intera infografica per una visione più dettagliata delle modalità di condivisione.


E tu? Con che "tipo da condivisione" ti identifichi?

mercoledì 23 aprile 2014

Le responsabilità di un Blogger

Spesso chi pensa alla figura del blogger si lascia prendere da considerazioni che possono apparire abbastanza fuorvianti: lavoro semplice, facile, divertente e privo di responsabilità.
Chiariamo qualche punto:

•    Semplice e facile, solo dopo aver affinato tecniche e aver raggiunto un certo livello di competenza sia nell’impiego dei tool che del topic trattato. Non dimentichiamo che non si finisce mai di imparare, di approfondire e di sviluppare competenze, soprattutto quando si ha a che fare con il web.

•    Divertente: è possibile! Il blogging lo devi avere nel sangue e se non ti diverti finisci per annoiare i lettori.

•    Privo di responsabilità: direi che non ci siamo proprio.


martedì 22 aprile 2014

Facebook: piattaforma di content publishing?


Sembrerebbe essere la diretta conseguenza del declino della portata organica delle fan page di Facebook. Secondo una ricerca condotta da EdgeRankChecker, la portata organica sul social network ha subito un declino progressivo negli ultimi anni (dal 17% al 6,5% in 24 mesi).



Secondo alcuni si tratterebbe di un lungo processo che culminerà con un ulteriore declino della portata organica all’1%, se non allo 0%. A quel punto, secondo Robert Rose, content strategist al Content Marketing Institute, la trasformazione sarà completa: Facebook sarà una piattaforma di content publishing e bisognerà avere del budget a disposizione per aumentare la portata e la visibilità.

venerdì 18 aprile 2014

[Tip] Collegare una pagina Facebook ad un account Twitter


Vuoi collegare il tuo account Facebook o la tua pagina Facebook al tuo account Twitter? Vuoi fare in modo che ogni aggiornamento su Facebook abbia un corrispettivo su Twitter? Puoi utilizzare Facebook to Twitter!



Facebook to Twitter

Dopo aver effettuato il login su Facebook, hai la possibilità di:

1)    Collegare il tuo profilo a Twitter
2)    Collegare una pagina a Twitter

mercoledì 9 aprile 2014

Saper chiedere scusa per superare una crisi reputazionale


In momenti di crisi, ogni azienda, se in errore e nell’ottica di seguire una direttiva comportamentale che si possa definire “etica”, dovrebbe essere in grado di chiedere scusa. Chiedere scusa equivale a sapersi assumere le proprie responsabilità. Le conseguenze per le aziende che, davanti ad errori evidenti, non si assumono le proprie responsabilità possono macchiare la reputazione aziendale, generando veri e propri danni reputazionali.




Come uscire da un danno reputazionale?

 

Secondo Luca Poma, giornalista e consulente in CSR (Corporate Social Responsibility) e Crisis Management, non esiste una regola valida per tutti, ma ne esiste una che può sicuramente apportare vantaggi a tutti: saper chiedere scusa. Secondo molti studi scientifici ed universitari, le aziende che si assumono le loro responsabilità e si scusano verso clienti e consumatori in maniera schietta e sincera recuperano prima il loro valore e le loro posizioni sul mercato.

martedì 1 aprile 2014

Ceres Soft Ale: il più grande pesce d’aprile organizzato da una birra!

La settimana scorsa ho parlato del lancio del nuovo prodotto Ceres, Ceres Soft Ale (in “Ceres Soft Ale: Epic Fail o Strategia?”). Da oggi, 1 Aprile, è in circolazione un nuovo video, una parodia comica del video lanciato inizialmente per promuovere la nuova birra soft a base di zenzero e lampone che si conclude con la seguente dichiarazione: “Ceres Soft Ale: il più grande pesce d’aprile organizzato da una birra”