venerdì 12 luglio 2013

I benefici dei social media

Indubbiamente Internet ha cambiato numerosi aspetti della vita moderna. Acquistiamo online, ci diamo appuntamenti online, comunichiamo con gli amici online. Ma - aspetto importantissimo - internet ha modificato completamento il business moderno. Comunque uno dei vantaggi principali riguarda l'uso dei social media. Non parlo di quello che potrebbero usare gli impiegati nelle normali ore di lavoro, ma dell'uso finalizzato alla promozione aziendale a 360 gradi.


Twitter e Linkedin

 

Alcune aziende hanno riconosciuto l'importanza dei benefici che alcuni social network, come Twitter e Linkedin, possono procurare.

Twitter: l'impiego di twitter consente alle aziende di seguire gli sviluppi di un determinato settore e tutte le novità in tempo reale. Inoltre, utilizzando questo social network, i thought leader possono offrire le loro raccomandazioni e i loro consigli.

Linkedin: i benefici derivanti dall'uso di questo social network derivano soprattutto dalle discussioni settoriali che si sviluppano all'interno dei gruppi; discussioni che forniscono una molteplicità di stimoli intellettuali ed idee che ciascun lavoratore può integrare nel proprio lavoro.

Inoltre, Linkedin si presta molto a fungere da piattaforma per i seminari online e, in generale, può configurarsi come ambiente di apprendimento virtuale per i dipendenti. Una vera e propria alternativa ai training formali. Questo tipo di impiego, attualmente, sembra essere stato testato soprattutto in ambito finanziario.

giovedì 11 luglio 2013

Digital couponing: marketing in evoluzione

Negli ultimi anni stiamo assistendo alla crescita esplosiva del digital couponing. I motivi?
Due fattori principali:

1. la recessione economica;
2. un aumento dell'interesse del consumer verso le tecnologie e i dispositivi mobile.



Da qui la nascita e la fondazione di piattaforme digitali dedicate alla commercializzazione di coupon, divenuto importante strumento di marketing. Secondo una stima rilasciata da Saving Star nel 2010, circa 49 milioni di persone fanno uso di coupon stampabili o digitali.


Per le aziende questo fenomeno ha rappresentato sicuramente una fonte di innumerevoli benefici: una grande promozione dei prodotti online con annessa diffusione del brand; la possibilità di tracciare con più facilità le preferenze dei clienti/consumatori così da poterli raggiungere più facilmente.

Il sito più noto? Groupon

Groupon ha conferito al digital couponing una vera e propria reputazione sociale, puntando al consumer in maniera targettizzata. E, sull'esempio di Groupon, sono nate molte altre piattaforme online che forniscono servizi utilizzando la stessa logica.  Altre aziende, data la popolarità del digital couponing tra consumatori, hanno invece implementato questo strumento tra le modalità di proposta di un determinato servizio/prodotto, promuovendone la vendita ad esempio mediante promozioni speciali.

Una nuova frontiera del marketing, dunque. Molto apprezzata dagli utenti/consumer!

mercoledì 10 luglio 2013

L'influencer marketing: strategie di successo!

L'influencer. Chi è esattamente? Si potrebbe definire una sorta di "bimbo scambiato alla nascita", proprio per la difficoltà di definizione. Una cosa è certa: nell'ambito del marketing e della comunicazione, un influencer non ha un'unica immagine ma diverse, legate - ciascuna - alla specificità del brand cui si fa riferimento.

A grandi linee, gli influencer sono persone attive sui social media e sui blog, attive nella promozione dei brand e delle nicchie.

Come sostiene Joe Baer: "True influence drives actions, not awareness".


 

Perchè il vostro brand ha bisogno di influencers?

Perchè un influencer è come un amico che mette in relazione il brand con il target, facendo conoscere il brand a tutto il suo network. Un influencer ha la capacità di giudare il traffico al sito del brand, incrementare l'esposizione ai social media e - dulcis in fundo - raccomandare determinati prodotti, anche sulla base di esperienze personali.

Il ruolo dell'influencer è così importante per un brand che si è giunti a parlare di influencer marketing, una delle modalità più efficaci per raggiungere e attrarre clienti.

Consideriamo, ad esempio, il fatto che oggi i clienti sono ciechi davanti ai cartelloni pubblicitari e sordi agli spot, autosufficienti nella ricerca di ciò che desiderano acquistare e, nello specifico, del brand al quale vogliono rivolgersi, il ruolo dell'influencer è fondamentale perchè è di lui/lei che si fidano.

Come fanno gli influencer a gestire l'inbound marketing?
  • mediante i contenuti generati sul brand
  • mediante le raccomandazioni del brand ai loro fedeli follower
  • inserendosi in conversazioni relative alla nicchia cui si rivolge il brand
Avere un influencer al proprio fianco prima ancora che lo faccia un competitor è sicuramente una marcia in più per il successo!

Social media marketing: dietro una grande community...

Il community manager. Ecco chi c'è di solito dietro una grande community.

Chi è il community manager? In parole povere, il catalizzatore sociale, che conduce la conversazione nei social network, nei blog, nei gruppi e nei forum.

Si tratta di campioni. Campioni del brand. Di solito, una delle grandi capacità del community manager è la capacità di "ascoltare".



Cosa fanno i community manager?
  • Avviano conversazioni brillanti per far "funzionare le cose";
  • Moderano e spengono il fuoco se qualcosa si inceppa;
  • Monitorano continuamente;
  • Promuovono.
 Mi piacerebbe molto poter interagire con altri community manager. Come impiegate prevalentemente il vostro tempo?


martedì 9 luglio 2013

Condividi questa Coca Cola con...

La campagna personalizzata Coca Cola lanciata quest'anno ha quel "quid" che sa molto di social, essendo basata sul valore della condivisione e del rapporto umano.



Nomi propri di persona: Fabrizio, Alessandra, Anna, Mariangela...
Ma anche nomi generici vicini al concetto di condivisione: i tuoi amici, la tua squadra, i tuoi ospiti...
O soprannomi, come: il Vip, la Stilosa, il Socio, la Star...

Insomma, una vera e propria mania, che, oltre a creare un contesto di "legame interpersonale", porta i consumatori a cercare se stessi.

Sabato una mia amica mi diceva che - secondo lei - il suo nome sarà introvabile. Lo stesso ho pensato del mio. O ancora, a chi non è capitato di notare su Facebook la pubblicazione da parte di amici e conoscenti di foto raffiguranti una lattina di Coca Cola con il proprio nome.

Dunque, una campagna personalizzata che oltre alla condivisione nella realtà, sbarca anche nel mondo social virtuale.

Grande operazione di marketing! Non pensate anche voi?

Web writing: le quattro domande a cui rispondere


Scrivi contenuti per un'azienda o un'agenzia e vai alla grande! Riesci benissimo a creare la forza trainante che è la comunicazione aziendale e... beh! Che dire? Adesso meriti un bel break!

Prendi un bel caffè, guarda dei video divertenti su youtube o vai semplicemente a fare due passi.

Ti aspetto.

[***]

Finito? Tutto bene? Spero di sì perchè ho delle notizie un pò noiose da darti. Più che altro si tratta di consigli sulla scrittura per il web.

Ecco le quattro domande che sarebbe utile porsi prima di pubblicare, uploadare o postare un pezzo sul web.



1. E' strategico?


Grande domanda. E' importante che il testo abbia un obiettivo e che riesca a soddisfarlo pienamente. Quali gli scopi principali?

- generazione di leads
- call to action
- sottoscrizioni
- informazioni inedite ed utili per l'utenza.

Una domanda utile affinchè tu possa dire di non aver sprecato il tuo preziosissimo tempo scrivendo qualcosa che non avrà seguito.
E sicuramente, ogni sforzo merita un riscontro.

2. E' utile?


Dopo aver stabilito la connessione tra il contenuto e i bisogni aziendali, prenditi un pò di tempo per riflettere sui bisogni dell'audience. Hai identificato il target per i tuoi contenuti? Questi contenuti possono essere utili per quel particolare target? Rispondono a domande che si pongono oppure possono condurli a cambiare idea o a pensarla in maniera differente su un determinato argomento? Ed infine - aspetto di non poca importanza - i tuoi contenuti sono interessanti? Intrattengono? Incuriosiscono?

Perchè la verità è che nessuno si alza al mattino chiedendosi: "Chissà cosa starà facendo oggi quel brand!"

3. E' ben costruito?


Anche la struttura fa la sua parte: i contenuti proposti hanno un inizio, un corpo centrale e una fine? Se racconta una storia, è attendibile e proviene da una voce autorevole? Se stai argomentando su un determinato tema, stai cercando di sostenere il punto di vista con i fatti/l'evidenza? Il titolo è catchy e descrive chiaramente il contenuto?


4. E' ordinato?


La chiarezza e l'ordine contano. Se un testo è pieno di errori e non ottimizzato per la ricerca o se è visualmente noioso, non hai fatto che altro che sabotare il tuo lavoro.

Cosa controllare prima della pubblicazione:
- spelling: fai un rapidissimo controllo
- grammatica: conta
- immagini: se il testo comprende solo paragrafi e parole risulta poco attraente!
- link: se un testo include dei link ha maggior valore e profondità
- tag: aiutano molto gli utenti nella ricerca.

Finito di rispondere a queste quattro domande? Congratulazioni! 
I tuoi contenuti saranno sicuramente più "appetibili" e attraenti per l'utenza!

Alla prossima!

domenica 7 luglio 2013

L'identikit del buon blogger

Che ne dite di tracciare insieme l'identikit del buon blogger?

Tre le parole chiave che ne definiscono il profilo:

1.  CRESCERE

2. CONFRONTARSI

3. CONDIVIDERE



Crescere attraverso una grande apertura al confronto costruttivo (che presuppone anche una certa capacità di imparare dalle critiche) all'interno di una determinata community di riferimento.

Confrontarsi, fornendo al lettore contenuti originali, utili e di qualità e traendo spunto dalle opinioni e dai suggerimenti dei lettori per migliorarsi.

Condividere le conoscenze. Ma non solo. Condividere anche le emozioni. Senza nessun timore.

Un aspetto importantissimo? Scrivere ciò che si ama. Ciò per cui si nutre profonda passione. E, soprattutto, riuscire a trasmetterla. A prescindere dall'argomento su cui si è deciso di focalizzarsi.

Alla prossima! ;-)


sabato 6 luglio 2013

#Hashtag su Facebook. Che succede veramente?


Come per Twitter, gli hashtag approdano su Facebook (c'era bisogno di scopiazzare così?). Ma quali sono i vantaggi?

hashtag


1. Conversazioni in tempo reale

 Uno dei vantaggi che Twitter aveva su Facebook in merito all'uso degli hashtag riguardava la possibilità di parlare e "conversare" in real time di breaking news, eventi sportivi e grandi prodotti da parte di persone sparse in tutto il mondo, unite dalla volontà di effettuare degli scambi comunicativi su un determinato argomento. Facebook purtroppo non era così immediato perchè solo gli amici potevano visualizzare gli aggiornamenti. Adesso, con l'introduzione degli hashtag, anche su Facebook ci si aspetterebbe un incremento della conversazione in real time e possibilmente una forma di comunicazione che si estenda oltre la cerchia di amici.


2. Maggiori opzioni di pubblicazioni

Se prima solo gli amici potevano visualizzare il post pubblicato, adesso, grazie all'uso degli hashtag, chiunque può vedere il tuo post! Basta effettuare una semplicissima ricerca e il gioco è fatto!


Obiettivo principale

L'obiettivo principale degli hashtag su Facebook è fondamentalmente uno: unire eventi e conversazioni e creare un vero e proprio senso di community, se la community, ad ogni modo, dimostra di essere motivata ad utilizzare un certo tipo di hashtag per parlare di qualcosa.
Solo in quel caso l'hashtag assume un certo valore: quando l'engagement alla base della conversazione tra gli utenti consente di creare delle connessioni dense di significato e di utilità reciproca.

E adesso: quale sarà il prossimo passo di Dorsey?

Il dialogo. La chiave del marketing politico.

Oggi il web è il campo principale in cui si gioca ogni campagna marketing. Sembra essere l'unico campo realmente autentico, non monopolizzato e, soprattutto, non monopolizzante. E grazie al web, cade ogni presupposto dell'ormai obsoleta "bullet theory".

Il consumatore mediatico - o meglio - il consumatore cross-mediatico evoluto che fa consapevolmente le sue scelte e sa bene come valutare le informazioni propinate dai media. Sa farlo in maniera critica, ascolta e confronta, traendo conclusioni personali.



Il web è l'ambito più utilizzato negli ultimi tempi anche dalla politica. Consideriamo ad esempio la campagna elettorale di Barack Obama. Addirittura si dice che quello che è stato realizzato per la campagna politica di Obama non abbia precedenti nella storia. E' la novità ha riguardato proprio l'uso delle tecnologie per mobilitare simpatizzanti e volontari. In particolare: MySpace, Twitter, Facebook, Youtube, newsletter e persino SMS.

Risultato? Un movimento fortemente sentito e condiviso nato dall'orchestrazione di tutti questi strumenti. 

Vediamo come...

1. Attraverso contenuti rilevanti e significativi (blog, forum, video);

2. Iniziative volte a portare chiunque a far parte della rete;

3. Utilizzo di dati per intavolare il dialogo con gli utenti;

4. Strategie di mantenimento del dialogo costante con gli utenti attraverso il web....

Già nel 2008 questi erano i meccanismi fondanti della campagna elettorale di Barack Obama.

Un tipo di comunicazione che - a mio avviso - è anni luce rispetto a quanto avviene in Italia. E la chiave di tutto si colloca in un'unica parola: il dialogo.

venerdì 5 luglio 2013

Marketing conversazionale... cioè?

Parliamone un pò, se vi va.

Il fatto è che immagino già di che si tratta, ma ieri sera su twitter se ne parlava tanto. Troppo. E allora, da brava social addicted, vorrei approfondire...

Dunque, "surfo" un pò e poi vi racconto...

[***]


Le frasi che mi colpiscono. Le riporto:

1. Il mercato è conversazione;
2. Le aziende devono toccare il nervo giusto per creare coinvolgimento ed entusiasmo (solo che non tutti sanno identificare il nervo giusto. E' lì che si gioca principalmente la capacità di immedesimazione e di profonda comprensione);

BLA BLA BLA (qui si continua a parlare di appeal emotivo. Ma, ragazzi, sono cose trite e ritrite! E' chiaro che tutti vogliono comprare un'esperienza gratificante o un'emozione!)

Assodato ciò, a me interessa principalmente approfondire l'aspetto conversazionale....





Breve nota: "Il Fatto Quotidiano" riporta un interessante articolo sul marketing, dal titolo: "Aziende svegliatevi, il vecchio marketing non funziona più!". Il motivo? Le fregature. Ma di quelle sembra piena la vita...
Ad ogni modo, bersaglio non centrato. Proseguo...

[***]

"A conversare si impara meglio da piccoli e per saper conversare bisogna imparare ad ascoltare": dal blog di Cata Alvarez (www.catascraft.com). La Alvarez fornisce un quadro molto interessante del marketing conversazionale che parte dall'idea del mercato come "conversazione".

Approfondiamo





 Conversazione: colloquio amichevole e garbato tra più persone, su argomenti vari. Dunque, è importante rispettare le regole della buona educazione e del confronto positivo quando si "conversa" con un determinato cliente.

Dove conversare? I social network sembrano i luoghi ideali in cui le persone si incontrano per parlare di esperienze personali, condividere idee, opinioni e suggerimenti, superando qualsiasi barriera legata allo spazio.

E i social network diventano sempre di più i luoghi in cui aziende e clienti si incontrano, parlano, si conoscono meglio, intavolando veri e propri scambi comunicativi incentrati sul prodotto.

Se ci sono regole? Beh, probabilmente ci saranno, ma non credo che queste siano diverse rispetto a quelle che dovrebbero essere le regole della buona educazione e del fare civile.

Non dimentichiamo mai di "saper ascoltare". Una delle cose più difficili che possa esserci.




Twitter: il "tweet" che seduce

E anche per twittare ci vuole stoffa.

Guardavo per caso il canale Twitter ufficiale di Martini. A parte il claim che è davvero bello e "catching": "Luck is an attitude", ritengo sia molto interessante notare due elementi fondamentali:

1. l'impiego di hashtag che riprendono il claim, modificandone talvolta la struttura per l'uso di determinate keywords: ad esempio a #LuckIsAnAttitude si alterna #LoveIsAnAttitude

2. il collegamento con le principali emozioni afferenti alla sfera umana, riprendendo anche citazioni famose. Riporto, nello specifico, un tweet: "L'amore si scopre soltanto amando" (P. Coehlo).



E, dunque, appare chiaro: qualsiasi comunicazione che si rispetti deve colpire al cuore e all'anima!

Being Catchy Is an Attitude!


Chi è il web writer?

Ve lo siete mai chiesti? Chi è il web writer? E' una professione abbastanza recente, nuova, nata soprattutto con la presa di consapevolezza delle potenzialità del web.

Il lavoro di web writer presuppone comunque una specializzazione e un certo grado di esperienza perchè scrivere per il web non è sicuramente come scrivere per la "carta"; dunque, si associa sempre più la figura del web writer al business writing, ossia, la scrittura professionale.



Può farlo chiunque? Non credo! Oltre ad un'ottima capacità di scrittura, il web writer deve essere in grado di essere "catching". E per farlo deve avere qualcosa, quel quid che spesso si identifica con la passione per quel che si fa, con il coinvolgimento totale nelle attività che si svolgono, con la capacità di immedesimarsi, comprendere (e non in maniera superficiale) e con una buona dose di creatività.

La mia passione in questo campo è nata quattro anni fa, quando mi sono imbarcata in un'esperienza professionale legata alla scrittura, anche se non era propriamente una scrittura per il web. Così decisi di voler continuare ed ebbi un'ulteriore possibilità: quella di approfondire le dinamiche della scrittura creativa per il web. Così divenni blogger, web content editor, social media editor (e anche press officer). Da allora ho scoperto una passione che si misura quotidianamente con un elevato livello di curiosità, di interesse per quel che accade quotidianamente e con una grande spinta all'innovatività.

Un percorso - che definirei - senza fine....