domenica 23 febbraio 2014

Content marketing: perché creare contenuti virali è difficile?

Quali sono le caratteristiche di un contenuto virale? Te lo sei mai chiesto? Perché ci sono contenuti che, una volta messi in rete iniziano a viaggiare di click in click alla velocità della luce, raggiungendo livelli altissimi di condivisione? Cosa accomuna questi contenuti?

Sembrerebbe essere impossibile prevedere la viralità di un contenuto. Ossia, per quanto possiamo tentare, non è detto che il risultato sia quello desiderato. In fondo, chi non vorrebbe creare un contenuto virale?

Tuttavia ci sono delle caratteristiche basilari  che quei contenuti che vengono massicciamente condivisi presentano.




1.    Unicità

Nessuno ha mai condiviso qualcosa di trito e ritrito.

2.    Contenuti ad alta dose di positività

Sorprendente se si considera che nell’ambito della notiziabilità è proprio il negativo che attacca di più (non dimentichiamo la classica formula “If it bleeds, it leads”), ma non sempre è così.


Quante persone sono infelici al mondo? Dunque, perché non regalare un sorriso, anche solo per pochi secondi? Perchè non regalare un momento di spensieratezza?



3.    Emozioni a tutto spiano

Quali emozioni rendono un contenuto virale? Ansia, paura (potentissima emozione, declinabile in paura di perdere qualcosa, paura di commettere un errore), gioia, stupore e sbalordimento perché si rasenta, ad esempio, l’impossibile. Contenuti altamente drammatici (come quelli relativi a catastrofi e guerre) rientrano in questa categoria. Se queste emozioni riescono a  far breccia, il contenuto diventa contagioso.

4.    Contenuti utili a livello pratico

Se i contenuti servono, le persone li condividono segnalandoli ai loro amici.

5.    Contenuti profondi

Quando un contenuto fa riflettere su questioni universali, chi non è improvvisamente preso dalla spinta a condividerlo con gli altri? L’idea è quella di condividere qualcosa di molto importante. Spesso si tratta di contenuti che riflettono la nostra visione del mondo e condividerli è un modo per confermarla e rendere gli altri partecipi.

6.    Contenuti controcorrente

Contenuti che propongono una visione opposta rispetto a informazioni ufficiali sono di solito soggetti ad una forte viralità.

Tra le altre cose da tenere in considerazione: il messaggio deve essere chiaro e semplice (last but not least!).

Perché il viral marketing è così difficile?

Il viral marketing fa leva proprio sulle emozioni delle persone e presuppone un tipo di comunicazione molto sottile, che necessita di andare più in profondità rispetto alla comunicazione tradizionale. Se di solito ci si sforza di creare contenuti mirati e coinvolgenti, calibrati proprio sul destinatario per far sì che il messaggio venga correttamente trasferito, la comunicazione virale va oltre. Il messaggio virale non giunge solo al destinatario, ma lo colpisce in profondità, suscita in lui delle emozioni che lo portano a voler condividere quel messaggio con altri.

Come ha dichiarato in un' intervista Mirko Pallera, il marketing virale si avventura negli spazi dell’interiorità. E’ questo, secondo il co-fondatore e docente di Ninja Marketing, il percorso che deve intraprendere il marketing del futuro, anche se non bisogna sottostimare i rischi soggiacenti a quest’approccio.

Il principale è quello di creare delle parabole di breve durata. Un rischio che comunque si può scongiurare “cercando di essere sempre presenti e attivi, coccolando il proprio pubblico e proponendo costantemente cose di valore sia in termini di prodotto che di emozioni”.

Curiosità: perché i gatti sono virali?

 

Te lo sei mai chiesto? Sì, proprio i gatti che spopolano su Instagram (e non solo!). Suscitano emozioni? Quali? Perché i gatti e non i cani? Immaginiamo un cane e un gatto in una scatola. Un cane lo fa per attirare l’attenzione. Il gatto, invece, lo fa perché sta tramando qualcosa. Qualcosa che è solo nella sua “mente”. Un gatto è più complesso di un cane, è difficile da interpretare. E se il cane di solito condivide le emozioni, il gatto – si dice – che le rappresenti.

The Blair Witch Project – una delle migliori campagne virali




Cosa ha reso la campagna di promozione del film così virale? La paura, una delle emozioni più potenti in grado di stimolare il cervello rettile dell’uomo? L’emozione viene resa ancora più reale dalle modalità di presentazione del film, che rispecchia il montaggio di video reali. L’ambiguità della storia? Sebbene i ragazzi vadano a cercare la strega nel bosco, questa non si vede mai in nessuna scena del film, nè nei trailer. E che dire della trovata dei produttori di far circolare dei video sulla vicenda, spacciandoli per reali, una storia vera da cui sarebbe scaturito il film?

Che ne pensi? Ci sono altri elementi che ritieni possano contribuire a rendere un contenuto virale?

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