domenica 9 marzo 2014

Web writing: contenuti lunghi o corti?

Un bel giorno contenuto lungo e contenuto corto si ritrovarono coinvolti in un processo in tribunale.
Il motivo della disputa? L’utilizzo dell’uno o dell’altro nel content writing.
L’opinione dei giudici era divisa.
Contenuto corto continuava a darsi delle arie pensando di riuscire ad avere la meglio.
 "Un contenuto lungo fa scappare il lettore, che è abituato alla brevità, agli sms e non ha tempo!” continuava a ripetere.
Contenuto lungo non replicava, perché sapeva di avere un asso nella manica.
I suoi avvocati.
Credibilità e Autorevolezza.

(Photo Credit: FadderUri via Compfight cc) 


Premessa

Ieri ho scritto un brevissimo post ("Web Writing: less is more?") su una ricerca di qualche anno fa e sul tempo che mediamente un lettore dedicherebbe ad una pagina web, 33 secondi. Il post si è concluso con una domanda: “less is more”? Per venire incontro ai gusti e alle abitudine del lettore, è meglio non scrivere troppo?



Hummingbird e posizionamento


Il comportamento del lettore tipo rilevato dalla ricerca però si scontrerebbe con l'ultimo algoritmo di Google. Con Hummingbird,  infatti, sembrerebbero essere privilegiati soprattutto i contenuti lunghi. Più lungo è il contenuto migliore sarà il posizionamento sui motori di ricerca.


(Photo Credit: MrClean1982 via Compfight cc)


L’indagine QuickSprout.com

In realtà, secondo QuickSprout.com, in base all’analisi delle SERP (search enging result page), Google non preferisce i contenuti lunghi solo e semplicemente per una questione di lunghezza, ma perché li reputa dotati di maggior valore. Un valore che deriverebbe anche dall’apprezzamento dell’audience, di cui Google tiene conto. Secondo l’analisi di QuickSprout.com, sarebbe auspicabile una lunghezza compresa tra 2416 e 2494 parole.

Sempre secondo l’indagine, contenuti più ricchi e scritti bene otterrebbero maggiori link in entrata, attirando, quindi, un maggior numero di utenti. Questa tendenza avrebbe anche un risvolto social.

QuickSprout, infatti, ha condotto anche uno studio sull’apprezzamento e il coinvolgimento degli utenti sui social network, rilevando che i post di oltre 1500 parole ottenevano una percentuale di “Mi piace” su Facebook superiore del 22,6% e condivisioni su Twitter superiori del 68.1% rispetto ai post costituiti da meno di 1500 parole.

Nuovi comportamenti di ricerca

Sembrerebbe, inoltre che la maggiore preferenza accordata a contenuti lunghi dipenda anche da nuovi comportamenti di ricerca degli utenti. La tendenza è stata rilevata da Hitwise, Digital Marketing Intelligence Solution: gli utenti non userebbero più due o tre keyword per le loro ricerche sul web, ma fino a otto parole, le long tail keyword. Stando così le cose, più lungo è il contenuto maggiori saranno le probabilità di posizionarsi per le long tail keyword che gli utenti utilizzano per le query sui motori di ricerca.

E, sebbene siano state presentate diverse argomentazioni a favore dei contenuti brevi, come la riduzione del livello di attenzione, il fatto che alle persone in genere poco piaccia leggere, l’abitudine agli short message, queste in realtà reggono ben poco.

La qualità prima di tutto

Secondo la ricerca, le persone cercano la qualità. Vogliono scoprire cosa è stato scritto per loro, che soluzioni ai loro problemi offre il web e non temono assolutamente la lunghezza di un contenuto, se ne vale la pena.

Quindi, qualunque sia la destinazione dei contenuti, sito o blog, sembrerebbe essere meglio dedicarsi alla stesura di contenuti lunghi. Scrivere un post per un blog della lunghezza di 1500-2000 parole equivale a sudare sette camicie, ma, a quanto sembra, potrebbe valerne la pena. I vantaggi? Credibilità, autorevolezza e maggiori conversioni.

Lascia un commento

Che ne pensi? Che tipo di contenuti preferiscono i tuoi lettori?

Nessun commento:

Posta un commento

Che ne dici di lasciare un commento?