venerdì 31 gennaio 2014

Social Media: come costruire un rapporto di fiducia?

Ritieni sia importante stabilizzare la tua presenza e/o quella del tuo brand sui social media e stai cercando di implementare una strategia online che ti consenta di creare engagement con le persone interessate alla tua attività o al tuo brand. Per giungere all’engagement, per prima cosa, è necessario creare con gli altri un rapporto di fiducia.

Qual è la chiave per farlo? In una sola parola: autenticità, a cui si aggiunge anche un certo grado di integrità, intesa come onestà e trasparenza.



giovedì 30 gennaio 2014

Google Authorship: che vantaggi?


E’ una delle novità introdotte da Google qualche mese fa. Hai sicuramente notato che, ultimamente, quando effettui una ricerca su Google, oltre ai soliti risultati costituiti dal link e dalla descrizione del contenuto, visualizzi anche dei risultati dotati di uno snippet, ossia di un insieme di informazioni composte da un titolo, una descrizione del risultato della ricerca e informazioni in più, come la foto dell’autore, il suo nome e altri dettagli aggiuntivi?

L’azienda di Mountain View Google ha introdotto mesi fa questa novità per consentire alle persone di trovare contenuti “straordinari” e per ricollegarli direttamente all’autore, attraverso Google Plus. In poche parole, grazie allo strumento dell’Authorship, chi ha un account su Google Plus potrà vedere collegati tutti contenuti pubblicati online, in maniera organica.


I vantaggi?

1.    Aumento sostanziale delle visite e del CTR

Grazie alle immagini presenti negli snippet che Google fornisce direttamente a chi esegue una ricerca online, è più facile catturare l’attenzione, con notevoli vantaggi per il CTR (Clik-through-rate) della tua pagina. Sembra infatti, secondo delle indagini approfondite, che questa ricchezza di informazioni favorisce una maggiore attenzione e un incremento di click, rispetto ai classici e tradizionali risultati.

2.    A te la paternità indiscussa dell’opera

Se hai scelto di scrivere su un argomento molto diffuso, ritrovabile in altri siti o blog, Google preferirà il tuo contenuto, se hai un account Google Plus, mediante il quale lo hai pubblicato.

3.    Creazione AuthorRank

La pubblicazione frequente di contenuti su Google Plus ti consentirà  di appropriarti di un punteggio che deriverà dalla valutazione della tua affidabilità e della popolarità dei tuoi contenuti. Questo meccanismo si tradurrà in un fattore di ranking e costituirà un segnale aggiuntivo per Google, che riconoscerà il merito attribuendo ai contenuti le migliori posizioni nelle SERP (search engine results page). Ciò sarà sinonimo di autorevolezza per i contenuti diffusi.

Interessante, no? Hai riscontrato questi vantaggi?

Content marketing: alcuni consigli per ottimizzare i tuoi contenuti per la ricerca organica

ottimizzazione seoQuanto è stretto il legame tra contenuti ed inbound marketing? Molto. La ragione? Da una parte, i contenuti forniscono informazioni utili ed interessanti per i visitatore e, dall’altra, possono aiutarti molto anche nell’ottimizzazione della ricerca organica e, quindi, nel posizionamento.

Ed ecco che entra in campo la SEO. Se non la curi, le tue attività dedicate al web writing sono tutte tempo sprecato. E, spesso e volentieri, anche denaro. Dunque, è bene far leva su tutti gli strumenti e gli espedienti noti per poter far decollare il tuo blog e i tuoi contenuti sul web.

Ottimizzare il tuo blog o il tuo sito o, semplicemente, i tuoi contenuti sul web, non richiede molto tempo.

Vediamo insieme qualche suggerimento…



1.    Focalizzati sul titolo del post o dell’articolo

Suggerisce bene l’idea e il messaggio centrale del contenuto? Deve farlo. Il titolo deve puntare diretto al cuore del contenuto. Meglio essere diretti che sforzarsi di scrivere un titolo particolarmente ingegnoso o simpatico. Inoltre, è bene inserire nel titolo le keyword legate al contenuto centrale. Potrebbe essere utile fare delle ricerche su Google per renderti conto di quello che “spinge” parecchio un dato contenuto.

2.    Evita un linguaggio gergale e/o complesso, sia nel titolo che nel contenuto


Spesso si utilizzano delle espressioni o degli acronimi in determinati ambiti. Meglio evitarli. Se i visitatori non li conoscono, saranno poco interessati e lasceranno presto la pagina, perché la sensazione principale sarà quella di non sentirsi a proprio agio.

3.    Considera la lunghezza dell’articolo


Assicurati che i tuoi contenuti abbiano parecchia sostanza, senza essere, d’altro canto, un romanzo. Tanto per utilizzare una metafora: pensa ad una ragazza che indossa un vestito o una minigonna troppo corta. Che idea trasmette?

L’argomento della lunghezza è sempre stato molto controverso e le opinioni a proposito molto discordanti. Un consiglio: cerca di trasmettere sempre un messaggio completo, sia esso un punto di vista su una questione, o un’opinione, delle informazioni utili ed interessanti, una risposta ad una domanda, un consiglio. Qualcosa, insomma, che valga la pena leggere.

4.    Usa gli headers


Ti starai chiedendo: cosa sono gli headers? L’header altro non è che una porzione di codice che consente di dividere i contenuti di una pagina web in diverse parti. Nel web writing vengono generalmente impiegati per suddividere i titoli e i paragrafi del contenuto. Esistono sei livelli (H1, H2, H3, H4, H5 e H6). Una categorizzazione utile per suddividere stilisticamente, visivamente ma anche funzionalmente un dato contenuto, dal momento hanno la funzionalità di rendere un testo leggibile. Regola: mai più di un H1 per pagina.

5.     Usa anchor text lunghi per i link


Il motivo? Se l’utente, che vuole approfondire un determinato argomento, si ritroverà davanti una stringa di parole che formano una frase o un’espressione (utile) piuttosto che una singola parola, sarà più incentivato a cliccare. Descrizioni lunghe comprensive di collegamento ipertestuale consentono al lettore di crearsi delle aspettative sul contenuto da leggere.E poi a Google piacciono così tanto i link “naturali”, poco artificiosi. Inoltre, un anchor text più lungo ed esplicativo conferirà al tuo testo maggiore chiarezza.

6.    Fai leva sulle immagini


Usa sempre l’attributo ALT per le immagini. Un attributo che, comunque, deve essere sempre correlata al contenuto al quale ti stai dedicando e non una semplice parola che dica di che immagine si tratti. Ad esempio: evitare di scrivere “SEO” quando potreste scrivere “Guida per l’ottimizzazione sui motori di ricerca”.

7.    Non dimenticare il metadato DESCRIPTION (METADESCRIPTION)


Questo metadato è importantissimo, per diverse ragioni: facilita, infatti, i motori di ricerca nel processo di indicizzazione dei tuoi contenuti nelle SERP e, se condividi i tuoi testi anche sui social network, favorisci ulteriormente il posizionamento.

8.    Condividi! Condividi! Condividi!


Includi in ogni tua pagina web i pulsanti social. Per i lettori interessati, oltre che alla lettura, anche alla condivisione, dev’essere tutto un gioco da ragazzi! Quindi più semplice è condividere e meglio è.

9.    Google authorship


Non dimenticare Google authorship, utile per migliorare il CTR (click-through-rate) mediante la ricerca.

10.    Una Call to Action efficace


Non trascurare l’inserimento di un’efficace Call to Action che inviti i visitatori a commentare, usufruire di un servizio, condividere, scaricare e-book, ecc.

C’è qualcosa che ritieni sia utile aggiungere? Fammelo sapere nei commenti. Ci confrontiamo?

martedì 28 gennaio 2014

Twitter: “perchè sono vittima del defollow?”

Inutile ribadire ancora l’importanza di Twitter per il business e per trainare le vendite, attraverso quella famosa parolina tanto importante che tutti conosciamo come “engagement”. Tuttavia, dopo aver creato un account su Twitter, è bene seguire l’etichetta del sito di microblogging, altrimenti a soffrirne sarà proprio l’engagement dei tuoi followers e, all’improvviso, questa spettacolare risorsa potrebbe improvvisamente perdere valore.



Perché sei vittima di quello che in gergo “twitteriano” viene definito “defollow”?


Apparentemente potresti non capirne la ragione, ma, come per tutte le cose, una ragione c’è sempre. Vediamo insieme quali potrebbero essere le motivazioni.

1.    Non stai twittando cose rilevanti per il tuo business

Hai appena postato una foto di un tizio intento a mangiare un bel piatto di spaghetti al ragù. Ma il tuo business non è vendere sughi pronti, bensì prodotti per il bagno. Credi ci sia un legame plausibile? Si tratta di un contenuto rilevante? Sai già qual è la risposta. Dunque, è bene ricordare che i tuoi tweet (inbound marketing) devono fornire dei frammenti di informazioni provviste di un certo valore, un valore rispondente alla richiesta di informazioni e alle domande dei tuoi clienti.

E’ importante, quindi, che l’argomento trattato sia direttamente legato al business, ai clienti e, perché no?, anche ad altri ambiti, evitando di essere sempre e solo rivolto ad aspetti frivoli e divertenti della realtà. Servono anche quelli, è chiaro, ma bisogna saper utilizzare il giusto equilibrio tra ciò che è divertente e simpatico e ciò che, invece, è serio. Saranno solo le informazioni serie a trasmettere il tuo valore.

2.    Quanto tempo dedicare a Twitter?

Sono tantissimi gli utenti di Twitter, oltre 230 milioni (gli attivi). Se, dunque, da un lato è semplice trovare un bacino di utenza, dall’altro è molto difficile riuscire a mantenere alto il livello di attenzione, qualora quell’attenzione la si riesca ad attrarre.

Qual è la frequenza dei tuoi tweet? Twitti troppo poco? Troppo? Ad ogni ora? Cinque tweet al giorno? Dieci? Venti? Ogni trenta minuti?

Se ti aspetti una risposta, la verità è che una risposta non c’è. Prova ad immaginare cosa funzionerebbe bene per i tuoi clienti e il tuo business. Dipende molto dal settore. Per alcuni, ad esempio, è utile twittare solo al mattino; per altri nel pomeriggio; altri ancora ritengono di essere più competitivi con un tweet ogni 1-2 ore.

3.    Non stai creando engagement con i tuoi follower

Immagina la scena. Ti trovi in una stanza con delle persone. Fai una domanda. Nessuno ti risponde. E’ proprio questo che succede quando siete su Twitter e non avete creato engagement.
Purtroppo, può succedere.

Cosa fare?

a.    Non smettere mai di fare il primo passo. Non demoralizzarti se, soprattutto all’inizio, nessuno risponde ai tuoi tweet;

b.    Quando una persona ti fa una domanda su Twitter, rispondi sempre. Se una persona ti menziona, rispondi sempre. Se qualcuno ti chiede un consiglio, dallo. Se qualcuno condivide un tuo post, ringrazia. Ti renderai conto che non ci vuole molto a creare un’audience "affezionata". Richiede solo molta pazienza e tanto impegno.

4.    Non essere troppo pieno/a di te!


Anche se Twitter viene utilizzato per la promozione e la condivisione dei contenuti legati al brand, parlare troppo di te e del tuo business può portare i tuoi follower a stancarsi e, alla fine, a stufarsi, fino al defollow.

Ricapitolando: l’inbound marketing riguarda anche la diffusione di contenuti rilevanti, interessanti e che rispondano ai requisiti dei clienti, fornendo loro le risposte di cui hanno bisogno. Se la tua azienda riesce a rispondere a questi requisiti allora può filare tutto liscio. Ma ricorda che quando una persona ama un narcisista, quel narcisista è se stesso.

Ecco una regola veloce utile per mantenere un certo equilibrio tra diverse tipologie di tweet. Si tratta della regola della “10:4:1 ratio”, applicabile a circa 15 post:

•    10 post con contenuti di terze parti
•    4 post con contenuti originali
•    1 post corrispondente ad una landing page relativa alle attività di business di cui ti occupi.

5.    Assicurati di non commettere nessun errore grammaticale

Non c’è niente di più fastidioso, senza dire poco professionale (scontato!) di leggere un tweet con degli errori grammaticali al suo interno. Vuoi o no proporti come il leader nel tuo ambito di interesse? Non fare errori. Rileggi. Controlla e abbrevia, se necessario. Ma non farti scappare errori grammaticali. Ne va della tua credibilità e della tua autorevolezza.

Hai qualche altro consiglio che vorresti proporre? Scrivilo tra i commenti, sarei ben lieta di confrontarmi e condividere.

lunedì 27 gennaio 2014

Web writing: "a tu per tu"

Ti occupi di web writing e content marketing? Hai un blog? Ami scrivere e hai un target specifico al quale vorresti indirizzare i tuoi testi e contenuti? Vuoi stabilire un rapporto e una comunicazione diretta? Una comunicazione amichevole e…  “straightforward”?

Un consiglio: usa il “tu”. Cerca di essere diretto. Il motivo?


Sicuramente riuscirai ad ottenere un maggiore coinvolgimento, dal momento che le informazioni fornite assumono un tono più personale, risultando anche più facili da afferrare ed interessanti. Poco importa l’argomento affrontato: potresti anche parlare di economia, controversie legali, affari di politica internazionale. Ma usa il “tu”.

Il vantaggio?
Un’attenzione maggiore da parte delle persone, che si ritroveranno nel testo, si rifletteranno, identificandosi con quel pronome che, magari, all’inizio hai usato con un po’ di esitazione. Pensa agli inglesi, loro hanno un solo pronome personale per la seconda persona, singolare e plurale, ma anche per le forme di cortesia, quel “fantastico” you. Dunque, sì, siamo italiani, ma questo non significa di certo sacrificare l’esigenza di essere diretti.

Allora? Vuoi che i tuoi testi siano uno specchio limpido e pulito per gli utenti? Usalo nei tuoi post. Una maggiore identificazione corrisponde anche ad un incremento in termini di attenzione. In fondo, sappiamo bene quanto sia difficile oggi afferrare l’attenzione delle persone, sommerse in questo mare di overloading informativo che è il web.

Alcuni suggerimenti



1.    Cerca di non mescolare nomi e il pronome tu.
Esempio:
Per ricevere le credenziali, i clienti devono creare un account utilizzando il box apposito.
Accedi al box attraverso il seguente link e inserisci i tuoi dati per creare le tue credenziali.

2.    Usa gli imperativi per le istruzioni e i suggerimenti o, semplicemente, per elencare dei punti.
Esempio:
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Ma dietro al sito o al blog chi c’è? Persone. Dimostriamolo! Dunque, usiamo i pronomi personali “io”, nel caso di blog gestiti da un solo autore che parla delle sue esperienze personali, e “noi”, in caso di aziende.
Quale sarà il risultato? Gli utenti si sentiranno a loro agio e sarà più semplice instaurare una conversazione. 

Se, per policy aziendale, non è possibile usare il “noi”, allora è consigliabile enfatizzare la relazione con il cliente mediante frasi ad hoc.

E voi? Che pronome usate?

domenica 26 gennaio 2014

L’ABC di Twitter

Twitter è un sito di microblogging, definito anche social network, o più adeguatamente information network, che può avere un importanza portante all’interno di una strategia di comunicazione. Bisogna, però, saperlo usare bene.




Ecco quello che devi sapere per essere operativo su Twitter


Di seguito fornirò una lista di vocaboli utili agli internauti e agli "strateghi" che hanno da poco messo piede su Twitter e che vogliono conoscere a fondo gli strumenti operativi di questo mezzo per potersi muovere con disinvoltura.

Tweet: messaggio di testo di lunghezza massima 140 caratteri. Un tweet può contenere contenuti multimediali, hashtag, link  e menzioni.

Hashtag
: si tratta di una parola chiave che funziona da topic o argomento. Gli hashtag servono per cercare e scoprire di cosa parlano gli utenti di Twitter. In poche parole sono delle etichette che consentono ai tweet di essere visibili e navigabili, dando loro valore e rilievo maggiore. Come si crea un hashtag? Basta aggiungere il simbolo # prima di una parola. In questo modo l’hashtag viene evidenziato e diventa cliccabile come parola chiave.

Timeline: è la lista di tutti i tweet inviati in real time da tutti gli utenti che segui. Gli utenti che segui sono compresi nella lista dei Following.

Following: si tratta degli utenti che segui mediante l’azione “Follow”. Se segui un utente avrai nella tua timeline tutti gli aggiornamenti che pubblica sul suo account.

Followers: sono gli utenti che seguono il tuo account. Costoro vedono ciò che tu pubblichi sul tuo account.

@:  simbolo per identificare gli utenti. La sintassi è la seguente: @nomeutente. In un solo tweet possono essere menzionati più utenti, perché preceduti dal simbolo @.

Retweet o RT: indica la condivisione di un tweet. Se su Twitter vedi un tweet che ti piace particolarmente puoi fare il Retweet o RT in due modi:
1.    inserendo “RT” davanti al tweet (puoi anche aggiungere un commento, se lo vuoi);
2.    cliccando direttamente sul pulsante Retweet che compare quando visualizzi il tweet che ha colpito la tua attenzione.

MT: posto prima di un tweet equivale alla modifica di un tweet che è stato retwittato.

Cc: in copia. Se, ad esempio, stai parlando di Coca Cola con un amico, puoi aggiungere cc @cocacola.

Via o by: indicano entrambi la fonte, ossia, da dove proviene il contenuto. Dopo il testo del tweet, ad esempio, puoi aggiungere via o by @nomeutente.

Preferiti: quando “stellini” un tweet che ti piace particolarmente, hai dato un apprezzamento e a quel punto, quel tweet  va a finire tra i tuoi Preferiti. Tutti (compresi i tuoi follower e l’utente che ha scritto il tweet) potranno visualizzare la tua preferenza. L’autore del tweet e gli utenti eventualmente menzionati nel tweet riceveranno, inoltre, una notifica.

Messaggio diretto o DM: si tratta di un messaggio privato, che può, anch’esso, raggiungere la lunghezza massima di 140 caratteri. In questo caso c’è una restrizione, i DM possono essere inoltrati tra utenti che si seguono vicendevolmente.

Tendenze o Trending Topics: sono gli argomenti più seguiti su Twitter in un determinato momento. Su cosa si basano? Su diversi fattori: tweet, retweet, hashtag, fatti di attualità, ecc.

Liste: si tratta di veri e propri “gruppi” creati dagli utenti di Twitter per raggruppare, appunto, le persone che condividono un determinato interesse. Le liste possono essere create oppure si può scegliere di seguirle e compaiono di solito sotto il menù a discesa a sinistra con denominazione “Liste”.

Se ritenete possano esserci altri elementi utili da aggiungere, commentate pure.
Let's keep in touch!

Possono i social media guidare le vendite?


Qual è il legame tra la tecnologia, i social network, nello specifico, e le vendite? Anni fa nessuno la avrebbe mai notata. Oggi è  un legame pressoché indissolubile. Ammesso, come ho fatto presente nei post precedenti, che nei social network è bene non farsi avanti con pitch di vendita, perché non è il valore commerciale e “monetario” del prodotto/servizio che ai prospect/clienti interessa, il legame tra tecnologia e vendite è strettissimo. Far leva sui social media per incrementare le vendite è l’assunto ideale per procedere verso la giusta direzione.

Dunque, i social media aprono la strada ad un gioco nuovo e stimolante per chi è impegnato in progetti di vendita, tanto da poter essere definiti strumenti idonei per la guida delle vendite, una necessità vera e propria.

Vediamo alcuni esempi. LinkedIn, ad esempio, è uno strumento nella maggior parte dei casi utilizzato per l’inserimento e la pubblicazione di un curriculum vitae. Ma è solo così? No. Infatti, è anche un validissimo strumento per costruire la propria online reputation. Dunque, un profilo più che un CV, dovrebbe essere una risorsa valida ed utile sotto diversi altri punti di vista.

Twitter è utilissimo per seguire in tempo reale le attività di amici, clienti e prospect. Ed ecco che si aprono praterie di spiragli e di possibilità di engagement, addirittura superiori rispetto a quelle derivanti dall’impiego delle e-mail.

La tecnologia, nelle vesti dei social network, è diventata una necessità per le vendite. Una necessità per il ciclo delle vendite, che può essere addirittura velocizzato grazie a questi strumenti. Ma diventa anche una necessità per motivi di engagement e di generazione dei profitti: in a few words, il cuore delle vendite.

sabato 25 gennaio 2014

Social media: nuovi canali che impattano sul concetto di “bellezza”

Secondo un recente studio condotto da Dove, l’82% delle donne crede che i social media stiano influenzando il modo in cui oggi viene definito il concetto di bellezza. Dunque, non più la stampa, non più i film, non più la musica. Ma i social media, come Facebook e Instagram, ad esempio.

Da cosa dipende l’influenza che i social media hanno sulla percezione della bellezza? Principalmente dal fatto che sono dei media essenzialmente “visivi”. La conseguenza? Secondo l’indagine si è riversata anche sull’aspetto della cosiddetta “self-confidence”. Ossia? In pratica, sembrerebbe che le donne abbiano adesso, grazie ai social media, un controllo maggiore sulla definizione della bellezza.

Protagoniste di questa “comunicazione” personale sui social, le donne si appropriano della definizione della bellezza. Di una bellezza che non è astratta. Ma la loro. Individuale.

Ritengo che da questo studio si possano trarre due spunti di riflessione rilevanti legati all’impiego dei social media:

1)    il fatto che questi ultimi siano sempre più presenti nella vita delle persone, a tal punto da portarli a ridefinire i frame cognitivi e percettivi legati a concetti importanti nel piccolo di ciascuno, come la bellezza individuale;

2)    il ruolo attivo che gli utenti hanno acquisito nel tempo, anche grazie all'estrema diffusione dei social media. Ciascuno, sui social network, è protagonista, si mette in primo piano. Da qui l'importanza dello spostamento del baricentro del marketing verso il cliente o prospect, il suo profilo-tipo e i suoi bisogni, elementi fondamentali per intraprendere campagne di comunicazione e marketing che “desiderano” essere efficaci.

Perché usare Google Plus?

Non lo avremmo immaginato qualche anno fa, quando Google Plus, come social network, sembrava piuttosto aver intrapreso la strada del flop. E invece eccoci qui, a ricrederci. Infatti, Google Plus è una vera e propria forza da non sottovalutare assolutamente nel mondo dei social media, soprattutto se volete “spingere” il vostro business.





Dunque, a livello pratico, perché è così importante usare Google Plus?

1.    Contatto “face-to-face” con i clienti

Grazie agli “Hangouts” adesso puoi rimanere in diretto contatto con i clienti, conversare in video e, persino, registrare le conversazioni che, ove possibile, possono essere riutilizzate in stream mediante “Hangouts on Air”.

2.    Aumentano le possibilità di “essere trovati” su Google

Pubblicare post, foto o altro su Google Plus aumenta le possibilità di essere trovati quando una persona effettua una ricerca su Google.

3.    Facile calcolo delle conversioni

Le conversioni sui social media sono una questione quantitativa e su Google Plus è semplice ottenere degli insight sulla base del +1.

4.    Una community in condivisione

Le community di Google Plus sono luoghi virtuali in cui ciascuno può condividere i propri interessi. Si può scegliere di far parte di una community o di crearne una nuova.

5.    Crescita e numeri

Secondo le ultime stime, Google Plus allo stato attuale ha un totale di 1.160 miliardi di account. Gli attivi? 540 milioni al mese.

Dunque, non sottovalutiamolo, il caro G+, che può contribuire indubbiamente e con successo alle vendite dei tuoi prodotti/servizi.

Se pensate che ci siano altri vantaggi derivanti dall’uso di questa piattaforma, lasciate pure un commento. Sarò ben lieta di confrontarmi con voi!

mercoledì 22 gennaio 2014

Alimentare l’interesse dei clienti sui social network. Come fare?

Credete che i social media siano diversi dalle e-mail o dalla comunicazione face-to-face? Sbagliato. Perché? Semplice! La comunicazione sui social media deve essere necessariamente animata dallo stesso spirito. E l’obiettivo di qualsiasi tipologia di comunicazione si scelga di intraprendere o, ancor meglio, del mix, se la scelta cade sull’integrazione di diversi tipi di comunicazione con clienti, è uno: far in modo che questi ultimi sviluppino un senso di fiducia verso il vostro expertise e che vi considerino un’azienda o una persona professionale ed affidabile.

Dunque, regola number one: incappare immediatamente nella mente del cliente che ha bisogno di un determinato servizio/prodotto. I clienti devono subito ricordarsi di voi.






Ecco alcuni TIP per “nutrire” l’interesse dei clienti



1.    Essere attivi laddove loro lo siano

Ecco l’importanza di essere attivi nei canali più appropriati. Ma come capire quali sono effettivamente i canali più adeguati? Non è molto difficile. Il social network più popolare rimane sempre Facebook. Da qui l’importanza di disporre di una Fan Page (o di una Business Page). Avere una pagina Facebook oggi è importante quasi quanto avere un sito web. A ciò si aggiunge l’importanza di essere presenti anche su social network, come Twitter e Linkedin.

2.    Condividere sempre contenuti interessanti


Evitare riferimenti diretti alla vendita. Non c’è niente di più noioso per l’audience. I contenuti devono essere “adiacenti” al vostro core business, ma possono anche essere trasversali. Ciò che gli utenti desiderano è essere ispirati, divertiti e – perché no? – anche informati.

3.    Invitateli a partecipare

Un ottimo modo per dimostrare quanto siete attivi nelle vostre community è invitare sempre tutti. Se organizzate degli eventi, promuoveteli attivamente, coinvolgete la vostra audience. Postate le foto degli eventi e create delle condizioni di networking.

4.    Essere sempre umani

Ultimo consiglio. Siate sempre umani. Quando, alla fine della giornata, qualcuno cliccherà “mi piace” su una delle vostre immagini o sui vostri post, o “retwitterà” un vostro aggiornamento, ricordate sempre che dall’altro lato c’è sempre qualcuno che sta cercando di comunicarvi qualcosa.

Dunque, non ci sono delle regole fisse e rigidamente strutturate, ma solo del buon senso e un positivo uso dei social media, che renda percepibile l’idea di “utilità” all’utente.

Altre idee?

sabato 18 gennaio 2014

Facebook: in arrivo i trending topics


Ormai sembra essere diventato un trend: Facebook copia Twitter. Come se niente fosse. Come se si trattasse di scoperte innovative.



A pochi mesi fa risale l’introduzione dell’hashtag, elemento caratteristico di Twitter, usato anche da Facebook per raggruppare le conversazioni. Adesso è stata annunciata l’introduzione di un box che raccoglierà tutti i trending topics che ognuno vedrà comparire sulla propria pagina Facebook.

La differenza con Twitter? Il criterio di raggruppamento dei topic. Mentre Twitter li raggruppa in base alla popolarità, Facebook opererà il processo di clusterizzazione in base agli interessi degli utenti.

La novità (possiamo davvero definirla tale?) è stata resa pubblica con un comunicato ufficiale. Ma vien da chiedersi: come mai tutto questo “scopiazzare”? Come mai si è così tanto a corto di idee? Che si tenga presente sempre e solo la regola “Se non sai cosa inventare, copia”?



venerdì 17 gennaio 2014

Twitter: il potere di un #Hashtag


Twitter è entrato in scena nell’ormai lontano 2006 e si è subito imposto tra i siti di microblogging di maggior successo per il semplice fatto di rispondere concretamente a due tendenze in atto, grazie alla diffusione di Internet: la riduzione del livello di attenzione e il bisogno crescente di gratificazione istantanea. Uno degli elementi basilari di Twitter è l’hashtag.



Cos’è un #Hashtag?

Un hashtag altro non è che un semplicissimo espediente che serve per raggruppare ed organizzare catene di conversazioni. Grazie all’hashtag tutti i tweet accomunati dal fatto di trattare lo stesso topic vengono accomunati e chi vuole tenersi informato su un determinato argomento non deve far altro che cercare il topic facendo riferimento proprio all’hashtag e alle keyword in esso incluse.

Chiunque si occupi di marketing oggi non può fare a meno dell’#Hashtag, utilizzato in misura sempre crescente anche in un’ottica cross-media, visto che radio, stampa, TV e web ormai promuovono prodotti, servizi e opinioni utilizzando proprio questo strumento, ormai divenuto molto popolare. Un #Hashtag consente alle persone di ricordare con più facilità una keyword o una frase specifica legata ad una determinata campagna di marketing.

Un esempio? #WantAnR8

Si tratta della campagna Twitter organizzata da Audi. Obiettivo della campagna? Aumentare la brand awareness rispetto alla bellissima super car Audi R8. Oltre all’hashtag, vennero utilizzate delle immagini raffiguranti delle ragazze che acquistavano una R8.

I risultati?

•    Una crescita dell’account Twitter Audi del 200%;
•    Incremento dell’engagement del 50,4%.

E voi? Avete mai organizzato delle campagne Twitter che hanno avuto grande successo?

martedì 14 gennaio 2014

I social network come vetrine “user-friendly”?

Chi lo avrebbe mai detto dieci anni fa? Oggi con i social media è possibile fare del marketing davvero efficace. Tuttavia, ci sono dei modi davvero sbagliati per fare social media advertising. E scusatemi se uso  (o abuso de) il verbo “fare”, ma ritengo che renda molto bene l’idea. Il fatto è che se non lo si fa correttamente si rischia di perdere solo del tempo prezioso.

Come usare correttamente i social media? Come farli diventare dei veri e propri “marketing tool”?

Attenzione a chi lavora in modo poco onesto, creando, ad esempio, account fake sui social network ed usando bot o proxy server. Che ne sarà del coinvolgimento della gente “vera”? Dunque, l’investimento può tradursi in perdita. Occhio!

Costruire la tua presenza su un social network, sia esso Facebook, Twitter, Linkedin, Pinterest, Google +, ecc., richiede tempo e parecchia pazienza. Non ci si può aspettare di avere 10.000 follower o fan in un solo giorno.  E’ un obiettivo che richiede un duro impegno quotidiano per attrarre tutta l’attenzione necessaria e creare un network di utenti interessati. Quindi, è necessario avere in mente una prospettiva temporale di ben ampio respiro.

Usa i social network come se fossero delle vetrine “user-friendly”. Una vetrina attraverso la quale poter conversare, dialogare ed interagire con gli utenti. Perché, ad esempio, non consentire agli utenti di valutare i prodotti/servizi offerti direttamente dalla pagina Facebook? Per gli avidi di questo social network sarebbe il top.  Tuttavia, come ho già specificato in un precedente post (Principiante del Social Media Marketing? Ecco qualche consiglio) è bene non dare mai l’impressione di essere lì per vendere, ma per trasmetter un valore del prodotto/servizio che va ben oltre il valore economico.  Un valore più importante per l’utente, un valore che ha a che fare con la sfera esperienziale, legata all’acquisto di quel determinato prodotto. Nulla toglie che fornire agli utenti interessati la possibilità, ad esempio, di acquistare direttamente su Facebook o da Facebook possa essere un optional di non poco rilievo.

Qualsiasi sia l’esperienza iniziale, una cosa è certa: sono molti i benefici che si possono trarre dai social media. I social network sono siti in cui non si registra rallentamento per numero di iscritti (a parte qualche leggera inversione di tendenza per fasce generazionali, ad esempio). L’importante è creare in primis una buona social media marketing strategy.

Se hai spunti interessanti relativamente a questo post, puoi lasciare un commento. Ogni riflessione è input prezioso per sviluppi e approfondimenti.

Twitter: come incrementare il numero di retweet?

Mi sono imbattuta in uno studio svolto da TrackMaven relativo all’incremento dei Retweet su Twitter. Sì, avete letto bene. Dei RETWEET (non sto urlando, ma solo sottolineando, tanto per restare in tema con uno dei punti che troverete in fondo all'articolo). Lo studio si è basato sull’analisi di 1.423 account Twitter, 1.7 milioni di tweet e sull’impatto della comunicazione “visiva” sul social network (o information network? ). Tra gli account Twitter presi in esame: 500 aziende, grandi brand e influencer. Ecco i risultati dello studio sui modi in cui ottenere un maggior numero di retweet.



1.    Twitta di domenica

La differenza tra la domenica e il peggior giorno della settimana, il mercoledì, è abbastanza irrisoria. Ma è stata rilevata dall’analisi. Insomma, esiste.

2.    Twitta tra le 22 e le 23
Non è di certo una novità, ma è bene sapere che – secondo lo studio – l’orario compreso tra le 15,00 e le 16,00 del pomeriggio è il meno efficace per twittare.

3.    Usa molti hashtag

Secondo il resoconto dello studio, i tweet che contengono fino a cinque hashtag ottengono retweet triplicati rispetto a tweet privi di hashtag. Chissà che effetto possono avere 11 hashtag?!

4.    Usa le immagini

Aggiungere un’immagine in un tweet equivale a triplicare le possibilità di essere retwittati rispetto ad un tweet senza corredo visivo. Le immagini sono molto importanti per twitter. Inoltre, l’introduzione della preview delle immagini su Twitter ha migliorato la percentuale di retweet, fino al 25%.

5.    Usa direttamente “retweet”, non “RT”

Secondo lo studio, l’uso della parola intera “retweet” invece dell’abbreviazione “RT” spinge maggiormente al retweet, appunto (incremento misurato del 1500%!). Se, da un lato, potrebbe essere indice di un pensiero tacito e condiviso, secondo il quale un’abbreviazione equivale a povertà di linguaggio, che dire della necessità di comprimere tutto in 140 caratteri?

6.    Usa i punti esclamativi

In base alla mia esperienza personale e all’osservazione di quanto accade su Twitter, non mi sembra di notare molti punti esclamativi in giro, ma, secondo lo studio, sembra che funzioni. Più sono i punti esclamativi nel tweet, più sono le possibilità di ricevere retweet.

7.    Usa le lettere maiuscole

Secondo lo studio, usare lettere maiuscole nei tweet può generare un altissimo numero di retweet.

Mai usato qualcuna di queste tecniche?

Per quanto mi riguarda: to be tested (immagini a parte...).

lunedì 13 gennaio 2014

Principiante del Social Media Marketing? Ecco qualche consiglio.

Se l’ambito del social media marketing ti è del tutto nuovo, reperire le informazioni basilari per poter iniziare è di fondamentale importanza. Se pensi di affidarti a dei professionisti, è meglio stare in guardia, soprattutto se il lavoro viene svolto con account “fake” che non danno una visione corretta degli insight e della misurazione dei risultati.




Ecco, dunque, alcuni consigli.

Attenzione ai titoli

Il primo punto da affrontare riguarda i titoli. Quando si ha a che fare con il social media marketing non si scappa. E’ (quasi) tutto questione di titoli. Se i titoli dei post sono accattivanti ed engaging allora il social media marketing diventa uno strumento potente per indirizzare clienti e potenziali clienti al tuo sito o blog.

Twitter button: immancabile!

Il pulsante Twitter non può mancare nei tuoi post o nelle tue pagine web. Un pulsante in alto in ogni pagina è fondamentale. Gli utenti che frequentano Twitter potranno, così, facilmente condividere con i loro followers sul social network. Hai idea delle potenzialità di connessione di un tale strumento?

Cura le conversazioni

Dialogare con i clienti sui social media è come conversare con loro nella vita reale. Ed è necessario comprendere che i clienti utilizzeranno senza ombra di dubbio queste piattaforme web per presentare qualsiasi tipo di problematica e persino per lasciare un feedback negativo. E’ utile rispondere, dimostrarsi disponibili e parlare apertamente ai clienti, utilizzando anche proposte creative per migliorare la situazione.

E’ importantissimo rispondere in maniera professionale alle critiche e ai feedback negativi ricevuti sui diversi media sociali. Se ciò accade, non significa che la campagna sui social media si sia rivelata un totale fallimento. Anzi, è un’occasione per te. Basta solo rispondere velocemente ed in maniera appropriata. In tal caso, ci sono buone probabilità che una situazione negativa possa tramutarsi in una situazione positiva. Mai lasciare un commento senza nessuna risposta; questo sì che potrebbe danneggiare il tuo brand.  

Utilizzare dei tool che consentano agli utenti di interagire direttamente sul tuo sito è sicuramente un buon passo per aumentarne il coinvolgimento e, allo stesso tempo, mantenere il sito attivo.

Informa i tuoi clienti

Informali della tua nuova avventura nel mondo del SMM. Se una persona ti raggiunge su un social network potrebbe essere un buon tramite per stimolare l’interesse di altri. E’ questo il free advertising, che mai e poi mai dovrebbe essere sottovalutato o, peggio, ignorato.

Inserisci il box Facebook “Mi Piace”


Il box Facebook “Mi Piace” non può mancare da ogni tua pagina. Se gli utenti cliccano su quel pulsante, condividono i contenuti della tua pagina web o del tuo blog sul loro profilo Facebook. Non devono lasciare il blog per farlo. E’ tutto così semplice per gli utenti e molto vantaggioso per te, che potrai così incrementare la tua visibilità online.

Ringrazia gli utenti quando raggiungi dei traguardi importanti

Ad esempio, quando raggiungi mille follower su Twitter, scrivi un articolo dedicato. Ringrazia i tuoi fan per l’interesse dimostrato. Sono articoli, questi, che vengono di solito condivisi molto facilmente.

Mai vendere attraverso i social media feed

Potresti, ad esempio, postare link e storie di altri, che possono portare all’incremento dei fan. Puoi porre delle domande, organizzare contest e postare foto. Puoi conversare o intavolare dialoghi. Ma mai usare pitch di vendita. Il motivo? Sui social network non comunichi il valore monetario dei tuoi prodotti/servizi. Ciò che comunichi ha a che fare esclusivamente con il valore esperienziale dei tuoi prodotti/servizi. Come li fanno sentire? Come contribuiscono a rendere unico lo stile di vita dei tuoi consumatori?

Hai un blog?

Configura il rilancio dei post su Twitter direttamente dal tuo blog. Puoi anche postare dei link a contenuti interessanti di blogger influenti. Inutile dire che in questo modo si può ottenere grande attenzione da parte degli utenti.

Rimanere sempre umili

Regola di vita? Sì. E, come ogni buona regola di vita che si rispetti, questa va seguita anche sui social media. Mai essere arroganti, l’arroganza può tramutarsi in cattiva reputazione. Basta solo ricordare che non si è più importante di clienti e follower. Se non fosse per loro, non ci sarebbe nessun business.

Combina l’e-mail marketing con l’avventura sui social media

Aggiungi i pulsanti Twitter e Facebook al fondo di ogni e-mail. Spiega ai tuoi clienti nell’e-mail che ogni loro richiesta sui social media riceverà una risposta.

Tutti abbiamo bisogno di una guida e spero che questi consigli possano essere utili per chiunque abbia deciso di intraprendere la fantastica avventura del social media marketing.

Se pensate che ci siano altri accorgimenti da aggiungere, lasciate un commento. Parliamone.