sabato 8 febbraio 2014

Content strategy: da cosa dipende la sostanza dei contenuti?


Mi piacerebbe parlarvi della frustrazione che provo davanti allo scenario di un’Italia che stenta a rimettersi in piedi, della delusione nel sentire della gente che fugge e che lascia il suolo italiano per cercare migliori opportunità all’estero, del fatto che qui, purtroppo, niente sembra essere valorizzato, ma non voglio adottare nessuna vena pessimistica. Ritengo anzi, che il pessimismo sia solo un modo per accettare passivamente la situazione attuale e, devo dire che, la determinazione che voi, professionisti del web 2.0, web writer, copywriter, social media specialist e blogger, dimostrate nell’affermare le vostre passioni è una chiara dimostrazione che non tutto è perduto e che sono le persone, quelle che ci credono davvero, che forse possono migliorarlo, questo mondo.

Non mi dilungo nelle mie riflessioni, amare, ma anche intrise di speranza. E passo all’appuntamento di oggi con la content strategy, così ci tiriamo un po’ su!

Ieri abbiamo visto quali sono, secondo il punto di vista di Halvorson, gli elementi che stanno alla base della definizione della content strategy. Oggi prenderò in esame altri aspetti, come  lo stretto legame tra la content strategy e il giornalismo, l’importanza di far riferimento all’audience per il linguaggio da utilizzare e la rilevanza del tono.





Content marketing strategy e giornalismo

Chi non conosce le regole per la stesura di un comunicato stampa o di un testo giornalistico? Sappiamo bene che la regola di base è rispondere a cinque domande, le cosiddette “Five Ws and H of Journalism”: Who, What, Why, Where, When e How.

Gli estremisti, o puristi, ritengono che un testo giornalistico non può dirsi completo se non viene data risposta a tutte le domande. L’appunto può avere un senso, in “senso stretto”, poiché se manca una risposta può rimanere un buco nella vicenda/storia.

Questa regola è valida anche per il web?

Sembrerebbe di sì. Secondo Rich Yagodich di Think Info, ci sarebbe anche un ordine ben preciso per affrontare le domande in questione per il web:

1)    Perché?  - Perché ci si imbarca in un determinato progetto di business? Quali sono gli obiettivi?
2)    Cosa? – Quale messaggio si desidera trasmettere?
3)    Chi? – Chi compone l’audience?
4)    Dove? – Dove verrà letto il messaggio? (luogo, dispositivo, contesto)
5)    Come? – Quale dev’essere la struttura dei contenuti?
6)    Quando? – Tempo necessario per la realizzazione e la pubblicazione dei contenuti.

Ecco, quindi, le domande di base che occorrono per la definizione di una content strategy efficace. Una sorta di checklist che consente ai content strategist di essere certi di non aver lasciato nulla al caso.

Content strategy, linguaggio  e  livello culturale dell’audience


Se vuoi che la tua audience ti segua devi utilizzare un tipo di linguaggio semplice, chiaro e senza fronzoli di tipo “aulico”. Se utilizzi un livello alto, potresti non essere seguito da un’audience che è caratterizzata prevalentemente da un livello culturale più basso. E questo potrebbe creare disaffezione e ostacolare l’engagement da parte della tua audience. Inoltre, anche a chi ha un livello culturale alto ben accetta un linguaggio semplice e diretto.

Dunque, in ultima analisi, è meglio utilizzare sempre un linguaggio semplice e chiaro. Chiunque, a prescindere dal livello culturale, lo apprezzerà molto.

E’ tutta questione di tono e di voce!

Il tono e la voce sono due elementi fondamentali della “cassetta degli attrezzi” del content strategist. Per voce si intende la voce del brand che riflette la sua identità e la sua personalità. Una voce che deve essere costante all’interno del singolo i contenuti che tra un contenuto e l'altro.

Il tono, invece, deve adeguarsi necessariamente al contesto del contenuto. In riferimento, ad esempio, ad una landing page di benvenuto, un tono di voce umoristico può essere ben accetto, lo stesso non può dirsi rispetto ad un messaggio di avvertimento. Quindi, dipende molto da quello che si vuole trasmettere e dalla tipologia di messaggio, al quale il tono deve essere adeguato.

Questi elementi, insieme, contribuiscono a determinare la sostanza dei contenuti. Ma che dire della struttura? Vedremo insieme gli elementi di base della struttura dei contenuti nel prossimo post sulla content strategy.

A te la parola

Che ne pensi? Hai dei suggerimenti? Che tono assumi nei tuoi contenuti? E’ un tono costante o cambia in base al messaggio? Come trasmetti la tua personalità? Fai riferimento anche tu alle domande tipiche del giornalismo nel definire la tua content strategy?

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