sabato 8 febbraio 2014

Perché in politica si preferisce Twitter?

E’ una domanda che mi sono posta spesso. In realtà, ho notato che i politici usano molto i due social network più in vista, Facebook e Twitter, con le differenze richieste ovviamente da entrambi i mezzi. Su Facebook si dilungano parecchio, scrivendo chilometrici post in cui a dichiarazioni seguono descrizioni di fatti, argomentazioni, spesso accompagnati da immagini e video. Ormai i social network sono diventati terreno di scontro politico in cui ciascuno, dalla torre del proprio partito, cerca di affondare l’avversario, muovendo una pedina alla volta.

Però i talk show politici preferiscono creare conversazione prevalentemente su Twitter, lanciando degli hashtag ben precisi, relativi a tematiche che verranno discusse e rilanciate, sempre mediante l’hashtag in questione, dagli utenti direttamente sul social network. Ciascuno è libero di dare la sua opinione. Ma perché proprio Twitter?



Perché è così stretto il legame tra Twitter e la politica?

Ho approfondito l’argomento con Fabio qualche giorno fa su Twitter. E come ogni discussione che si rispetti, abbiamo cercato di sciogliere la matassa. Conclusioni raggiunte? Twitter è più immediato e diretto e consente un più semplice monitoraggio delle opinioni.

Grazie agli hashtag è più facile raggruppare le conversazioni che ruotano intorno ad un determinato argomento. Ma, (obiezione!), anche Facebook ha introdotto gli hashtag. Ergo? Sarà anche questione di velocità di lettura e clusterizzazione?

Twitter: ingranaggio di una strategia di marketing “integrato”

Cosa significa? Premessa l’importanza di veicolare contenuti validi e credibili, Twitter funziona come ingranaggio di marketing “integrato” che coinvolge anche i media tradizionali. Tra questi il più potente: la televisione.

Twitter come PR

Ma non solo. Infatti Twitter svolge anche il compito di ufficio stampa, grazie alle sue caratteristiche più importanti: sintesi e risonanza. Twitter ha la capacità di sostituirsi alle agenzie di pubbliche relazioni. Ecco perché tutti i cinguetti dei personaggi politici, siano essi slogan di partito, punti programmatici o velenosi attacchi ai concorrenti, vengono ripresi puntualmente da TG e quotidiani cartacei, in un ottica cross-media.

La differenza con i comunicati tradizionali lanciati dai PR? Le notizie si diffondono più velocemente.

Riepilogando, dunque, Twitter favorisce:

-    Sintesi
-    Risonanza informativa
-    Velocità di diffusione

configurandosi, appunto, come uno strumento immediato e diretto.




Ad avere risonanza mediatica non sono solo i personaggi dello scenario politico, ma anche gli utenti. E questo dimostra l’importanza degli UGC (user generated content). Nel caso specifico, delle opinioni delle persone riguardo a tematiche di primaria importanza per la gestione della nazione. Alla luce di queste considerazioni e a parte le degenerazioni della comunicazione sul sito di microblogging, che, purtroppo, spesso assume pieghe poco positive, Twitter è uno strumento molto democratico, che consente ai cittadini di avere un ruolo attivo nella vita politica, permettendo loro di far sentire la loro voce. Uno citizens' speaker corner. In un ambito che, a ragione, li riguarda molto da vicino.

Che ne pensi? Condividi o ritieni che ci siano altre motivazioni che spieghino lo stretto legame tra Twitter e la politica?

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